martedì 22 febbraio 2011

ARTICOLO ESPRESSO DEL 18.02.11 DISLESSIA SOTTO ESAME.

L'Espresso del 18-02-2011

Dislessia sotto esame

STAMFORD. Diagnosticare la dislessia è difficile. E per questo le diagnosi sono spesso tardive. Ma la situazione potrebbe cambiare, perché i neurologi dell'università di Stanford hanno dimostrato che due tipi di risonanza magnetica, quella funzionale e quella a diffusione, consentono non solo di fare una diagnosi accurata, ma anche di capire, con anni di anticipo, chi potrà recuperare.
Chi è dislessico ha un'iperattività di alcune aree cerebrali specifiche e, in particolare, del giro frontale inferiore, e questo è proprio ciò che hanno trovato gli autori analizzando con i due tipi di risonanza il cervello di 25 dodicenni dislessici e di altri 20 senza disturbo mentre tutti erano impegnati a svolgere test di apprendimento specifici. Ma ciò che più ha sorpreso i ricercatori - come raccontano loro stessi su "Pnas" - è stato che, dopo due anni e mezzo, sottoposti nuovamente ai test di lettura e comprensione, i ragazzi hanno rispettato in pieno le previsioni: coloro che avevano quel tipo di iperattività cerebrale unita a una migliore organizzazione della materia bianca nella stessa zona hanno recuperato più degli altri, mostrando progressi significativi. Le risonanze potrebbero dunque essere impiegate per affinare le diagnosi e, soprattutto, per capire precocemente chi è destinato a colmare i deficit. Per tutti, e per costoro in particolare, potrebbero ! quindi essere definiti programmi specifici, da valutare nel tempo con una delle due risonanze.
La difficoltà di fare una diagnosi accurata è oggi spesso all'origine di una scarsa considerazione della patologia, che in Italia è riconosciuta come un disturbo dell'apprendimento soltanto dallo scorso mese di ottobre; dopo anni di lotte da parte delle associazioni di malati e genitori . La nuova norma fornisce finalmente uno strumento legislativo adeguato per organizzare il sostegno ai ragazzi dislessici.

di Agnese Codignola

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