Gli studenti dislessici salgono in cattedra
Così il professor Alberto Pian, che insegna italiano e storia all'Istituto Bodoni-Paravia di Torino, aiuta i suoi studenti a superare i loro problemi. Il suo metodo sarà discusso domani a Milano
MILANO. "Io faccio partecipare gli studenti in modo diretto: le lezioni le fanno loro stessi, prendendo il mio posto. Devono prepararsi con attenzione, leggere e rileggere, cercare di capire e aiutarsi con una scaletta. Poi, riportare tutto ai loro compagni". In questo modo, il professor Alberto Pian, che insegna italiano e storia all'Istituto Bodoni-Paravia di Torino, aiuta i suoi studenti, anche dislessici, a superare i loro problemi. "Questo metodo mette tutti sullo stesso piano -dice-: chi ha problemi di apprendimento ha difficoltà ad organizzare la lezione così come ha difficoltà chi non ha questi problemi. È una didattica che non limita i problemi ma li allarga e li distribuisce fra tutti. Creo ostacoli pedagogici, ma non così importanti da non essere superati. Così tutti possono risolverli, con grandi gratificazioni". Un metodo che può ispirare anche altri insegnanti e che domani verrà presentato al primo convegno nazionale delle associazioni che si occupano di ! dislessia, in calendario a Pero, alle porte di Milano.
Durante le lezioni del professor Pian, che non avvengono quasi mai in aula, ma piuttosto in biblioteca o in un laboratorio, gli studenti possono insegnare ai loro compagni con metodo "classico", studiando la lezione e ripetendola ai compagni, oppure con metodi più innovativi, per esempio simulando trasmissioni radio in cui si passano la parola per dividersi la spiegazione dei contenuti, costruendo plastici o preparando pièce teatrali. Il tutto viene ripreso in formato audio e video, in modo che i ragazzi possano rivedersi per studiare e migliorare le loro esposizioni.
"In questo modo gli studenti apprendono i contenuti, ma soprattuto imparano ad affrontare i problemi e a superarli, che è la base di tutto -spiega il professore-. Il mio obiettivo, infatti, è creare un gruppo e dare fiducia, perché così si fa qualsiasi cosa". Un approccio motivazionale che ricorda quello di un grande allenatore di calcio ("Mi ispiro a Mourinho", confessa il professore) e che sembra funzionare, anche dal punto di vista didattico: la quinta superiore del professor Pian, prima della fine di febbraio ha già esaurito il programma di letteratura italiana e, per la storia, sta affrontando l'era Craxi e la guerra dell'ex Jugoslavia, in anticipo sulla preparazione della maturità. (ar)
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