I due testi mirano a riconoscere la dislessia quale difficoltà specifiche di Apprendimento
ROMA - Già da tempo il ministero dell'Istruzione in diverse occasioni ha avuto modo di richiamare l'attenzione degli insegnanti sulla dislessia, difficoltà che riguarda
la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente.
Risponde così il ministro Maria Stella Gelmini
dell'Aula della Camera giovedì 23 ottobre, Innanzitutto il ministro rammenta una nota dell'ottobre 2004, con la quale è
stata evidenziata la necessità che nei confronti di alunni con specifico disturbo di apprendimento, certificato da diagnosi specialistica, si utilizzino strumenti compensativi quali la tabella dei mesi, la tabella dell'alfabeto e dei vari caratteri, la tavola pitagorica, la tabella delle misure, la tabella delle formule geometriche, la calcolatrice, il registratore, il computer con programmi di
video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale, per la scuola primaria e, in generale, nelle fasi di alfabetizzazione strumentale per i diversi apprendimenti.
Il ministero, il 10 maggio dello scorso anno, ha poi precisato che in sede di esame di Stato non è possibile dispensare gli alunni dalle prove scritte di lingua
straniera, ma che, più opportunamente, è necessario compensare le oggettive difficoltà degli studenti dislessici mediante assegnazione di tempi adeguati per l'espletamento delle prove e procedere in valutazioni più attente ai contenuti che alla forma. Solo alla fine della risposta, il ministro si sofferma sulle iniziative attuali.
In questa legislatura - ricorda la titolare dell'Istruzione - sullo stesso tema sono state presentate due proposte di legge, l'una di iniziativa del senatore Franco Asciutti del Pdl e l'altra di iniziativa di un gruppo di senatori del Partito democratico, che mirano a riconoscere la dislessia quale difficoltà specifiche di apprendimento.
La risposta si conclude con l'auspicio del ministro affinché il Parlamento possa presto approvare una legge in materia.
giovedì 30 ottobre 2008
DUE PROPOSTE IN PARLAMENTO: IL MINISTRO ISTRUZIONE RISPONE AD UN'INTERROGAZIONE
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